Di pressione alta soffrono, in tutto il mondo occidentale, moltissime persone. La condizione è sintomatica, spesso, di un cattivo stile di vita, che condiziona il lavoro del muscolo cardiaco, costretto a lavorare ad intensità maggiore del dovuto. La condizione non trattata e regolata può condurre e fare da apripista a pericolose patologie, come l’ictus, l’infarto, gli aneurismi. Ed è per questo che è bene conoscere le cause di questo sintomo e le sue possibili cure. 

Cos’è l’ipertensione

La pressione sanguigna è la forza con cui il cuore pompa sangue ossigenato nelle arterie fino ai più periferici distretti del corpo. E’ un indicatore importante sulla salute del corpo e del miocardio, perché misura lo sforzo che deve fare per alimentare tutto il sistema sanguigno. 

Quando il cuore lavora troppo e a ritmi non sostenibili, la pressione sanguigna si alza: questa condizione è detta ipertensione arteriosa (o ipertensione, in linguaggio formale). 

Alcune delle conseguenze di un’ipertensione arteriosa non trattata sono l’innesco di infarti, ictus, aneurismi aortici e cerebrali, retinopatia e glaucoma, nefropatia e insufficienza renale cronica (una condizione risolvibile esclusivamente con il trapianto, quindi giudicata gravissima). 

Cause e sintomi

Circa il 90% dei pazienti che soffrono di ipertensione (oltre un miliardo in tutto il mondo) soffre di una condizione che si origina a causa dell’interazione tra geni e stile di vita. E’ detta primitiva. 

Solamente il 5% dei pazienti soffre invece di un’altra patologia che causa l’ipertensione, come il morbo di Cushing o le malattie tiroidee. 

Oltre all’aumento dei valori di pressione sistolica e diastolica, i sintomi dell’ipertensione sono la sensazione di un ronzio nelle orecchie, le vertigini, il mal di testa e la percezione di corpi estranei scuri nel campo visivo. 

La diagnosi

La diagnosi di ipertensione arteriosa è veloce e semplice: al medico di base, e sempre più spesso anche al farmacista, basta uno sfigmomanometro e uno stetoscopio, o uno strumento per la rilevazione dei valori elettronico. 

Valori superiori a: 

  1. 140mmHg sistolica (quando il cuore si contrae)

  2. 90 mmHg diastolica (quando il cuore si rilassa)

sono sufficienti ad effettuare la diagnosi. Starà poi al medico prescrivere eventuali altri esami per capire se la causa è primaria o secondaria e dovuta a patologie non ancora individuate. 

Il trattamento

La prima linea di difesa contro l’ipertensione è la modifica radicale dello stile di vita. A chi soffre di questo sintomo viene chiesto: 

  • Di seguire una dieta corretta, con minori quantità di zuccheri e grassi e un apporto calorico compatibile con lo stile di vita

  • Di perdere peso in caso di obesità o sovrappeso

  • Di moderare la quantità di sale presente negli alimenti

  • Di ridurre il consumo di alcool

  • Di smettere tassativamente di fumare

  • Di eseguire attività fisica con regolarità e costanza per rafforzare il cuore e incentivare la perdita di peso

Questi interventi sono di solito sufficienti a controllare il problema già da soli. Qualora il problema fosse molto grave, ci fossero già sintomi di un aggravamento (come infarti, ictus o aneurismi passati) o il corpo non reagisse allo stile di vita, alcuni farmaci possono controllare l’ipertensione arteriosa. I più usati sono: 

  • ACE inibitori

  • Antagonista del recettore per l’angiotensina II

  • Calcioantagonisti

  • Diuretici

  • Alfa, beta e alfa-beta bloccanti

  • Simpaticolitici 

  • Inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone

A seconda dei casi specifici il medico prescriverà il prodotto più appropriato per le condizioni di salute del paziente e per trattare, collateralmente, anche eventuali altre patologie che hanno innescato l’ipertensione o che sono sue dirette conseguenze. 

Per accertarsi che la terapia funzioni (di solito sono necessari 3/6 mesi dal suo inizio per apprezzare effetti visibili) saranno indicati frequenti controlli, da eseguire presso il medico di base, in farmacia o con uno strumenti apposito per uso domestico.