Le malattie autoimmuni sono una classe di patologie in cui il corpo, per qualche ragione, non riconosce le proprie cellule come “amiche” e le attacca sistematicamente, come se fossero batteri o virus, innescando serie infiammazioni.

Una delle malattie autoimmuni più studiate è il morbo di Crohn, che coinvolge uno qualsiasi dei punti dell’apparato digerente, dalla bocca all’ano, con una particolare concentrazione sull’intestino. 

Cos’è la malattia di Crohn

La malattia di Crohn è un’enterite regionale che si sviluppa qualora il corpo smette di riconoscere le cellule dell’intestino come appartenenti all'organismo e inizia a considerarle pericolose. Per difendersi, il sistema immunitario le attacca causando una grave infiammazione con frequenti recrudescenze.

Può colpire un qualsiasi tratto dell’apparato digerente, ma le due sedi più esposte sono il gastroduodeno (stomaco e prima porzione dell’intestino tenue) e l’ileocolico (l’ultimo tratto dell’intestino tenue e il primo dell’intestino crasso). 

Si può soffrire di malattia di Crohn a tutte le età, ma i due picchi si sviluppano tra i 16 e i 25 anni e tra i 50 e i 60 anni. 

Le cause

Le cause delle malattie autoimmuni, inclusa la malattia di Crohn, non sono del tutto chiare. E’ certo però che si sviluppino con prevalenza in famiglie in cui sono già presenti malattie simili. La genetica gioca quindi un ruolo molto importante.

Inoltre, le malattie autoimmuni si verificano quasi esclusivamente nei paesi sviluppati. Non è irragionevole pensare che siano causate dall’eccesso di pulizia e di preoccupazione per la salute, in quanto potrebbero impedire al sistema immunitario di riconoscere i veri patogeni da quelli innocui. 

I sintomi

I sintomi del morbo di Crohn sono variegati, ma quasi tutti coinvolgono la regione intestinale. Dolore e crampi, gas, diarrea (a volte striata di sangue), stitichezza, perdita di peso dovuta al malassorbimento.

In alcuni pazienti può verificarsi febbre, uveite (un’infiammazione degli occhi) e ulcere sulla pelle. 

La diagnosi

Diagnosticare questa malattia non è sempre semplice, perché molti sintomi sono comuni ad altre patologie. In circa il 70% dei casi gastroscopia e colonscopia sono efficaci per l’indagine.

Se il punto di infiammazione fosse in un luogo dell’intestino non raggiungibile dalle sonde è possibile eseguire una scopia con una capsula video (ingerita con un bicchiere d’acqua e collegata via radio ad un monitor) per analizzare tutto l’intestino. 

Utili sono anche gli esami legati alla presenza di sali e minerali, spesso carenti nei pazienti con morbo di Crohn a causa della diarrea e del malassorbimento dei nutrienti. 

I trattamenti

Una cura risolutiva del morbo di Crohn purtroppo non esiste. I trattamenti ad oggi disponibili sono mirati a ridurre il disagio e ad evitare il peggioramento del disturbo. 

Ai malati viene suggerito un immediato cambiamento dello stile di vita: piccoli pasti privi di fibre, smettere di fumare e fare esercizio fisico sono eccellenti trattamenti preventivi del peggioramento. 

Steroidi, antinfiammatori e antibiotici possono essere usati per ridurre l’infiammazione e controllare le infezioni che frequentemente aggrediscono questi pazienti. 

Il THC e il CBD sono suggeriti in via sperimentale per aumentare il senso di fame e placare i dolori addominali, generalmente molto intensi ed invalidanti per questi pazienti. 

Se tutti questi trattamenti non fossero sufficienti potrebbe essere necessario ponderare la via chirurgica. La resezione delle parti di intestino più colpite dà immediato beneficio, ma la malattia è spesso recidiva in altri punti.

Nei pazienti con fistole, problemi di assorbimento o colonstomie vanno controllati con grandissima attenzione alimentazione e suscettibilità alle infezioni. 

Verificare periodicamente e con perizia lo stato di salute e i sintomi è fondamentale anche per un’altra questione: i pazienti con malattia di Crohn possono sviluppare con maggiore frequenza un aggressivo cancro dell’intestino e del colon-retto, una condizione che riduce sensibilmente la qualità di vita e le possibilità di sopravvivenza alla malattia.