Le statistiche dicono che circa il 15-20% della popolazione adulta europea soffre di almeno un episodio di reflusso gastroesofageo nella vita. Le popolazioni asiatiche o africane, sembrano essere per ragioni genetiche meno soggette a questa problematica. 

Nel corso della giornata è fisiologica una certa risalita di acidi dallo stomaco all’esofago, ma in condizioni normali questo evento non causa nessun fastidio.

Quando gli episodi si prolungano per durata e frequenza, causando dolore, bruciore e cattiva digestione, si può iniziare a parlare di malattia da reflusso acido. 

Che cos’è il reflusso gastroesofageo

Quando la digestione inizia e lo stomaco è pieno di cibo, si riempie di sostanze acide (prevalentemente acido cloridrico), che disgregano gli alimenti fino a ridurli in una massa semi-liquida molto più facile da assorbire.

Per diverse ragioni, in alcuni soggetti questo procedimento causa bruciore allo stomaco, la sensazione di non riuscire a digerire correttamente e il rigurgito di acidi fino alla gola e alla bocca.

Se l'evento non si verifica sporadicamente, per esempio in occasione di un pasto più abbondante del solito, ma con frequenza e regolarità, si è probabilmente innescato un problema di reflusso gastroesofageo. 

Le cause del problema

La malattia da reflusso acido si può presentare in coincidenza con specifiche condizioni: 

  • Obesità e gravidanza: il peso del corpo grava sullo stomaco, dove il cibo semi-digerito e gli acidi non riescono a venire trattenuti dal piloro, la valvola che separa esofago e stomaco. 

  • Eccessive quantità di cibo, o di cibo inadeguato e fortemente irritante per lo stomaco

  • Assunzione di specifici farmaci che riducono la tenuta del piloro

I principali sintomi

I due sintomi principali della malattia da reflusso acido sono: 

  1. La pirosi retrosternale, o volgarmente il bruciore di stomaco. Il fastidio si irradia dietro il petto, fino a schiena, scapole e collo nei casi più seri. 

  2. La risalita in bocca di un gusto amaro o acido e sgradevole

Collateralmente a questi sintomi si possono accompagnare danni ai denti, causati dall’eccessiva acidità, dolore allo stomaco, sensazione di non digerire correttamente, mal di gola, abbassamento del tono di voce, singhiozzo, difficoltà a dormire. 

I sintomi possono durare tutta la giornata, essere intermittenti (in particolare appena svegli e dopo i pasti), verificarsi solamente la notte o quando ci si mette in certe posizioni, come quella sdraiata o riversa in avanti -per esempio quando ci si allacciano le scarpe-. 

Gli strumenti diagnostici

Bruciore di stomaco e rigurgito sono generalmente sufficienti al medico per diagnosticare il problema del reflusso gastroesofageo. Se la prima batteria di interventi, tra cui l’uso di antiacidi e la correzione dello stile di vita, non funzionano, è opportuno agire con nuovi strumenti diagnostici per individuare eventuali cause più profonde. 

I testi più usati sono: 

  • radiografia con contrasto dell’apparato digerente

  • gastroscopia

  • manometria esofagea, utile per individuare cedimenti della muscolatura

  • ph-impedenziometria

Il primo test non è doloroso; gli altri test sono piuttosto fastidiosi e invasivi, dunque vengono riservati ai casi di cui non si capisce prima la causa scatenante. 

Curare il reflusso gastroesofageo

Il primo tentativo deve sempre mirare al miglioramento dell’alimentazione e dello stile di vita. Perdere peso per i pazienti sovrappeso e obesi, eliminare il fumo e gli alimenti più irritanti (caffè, menta, peperoncino, alcolici, pomodori, cibi grassi) sono i tre passi suggeriti ad ogni persona che soffre di malattia da reflusso acido. 

Essenziale è anche concedere allo stomaco un adeguato numero di ore per attivare la peristalsi ed evitare il ristagno di cibo: dopo il pasto devono passare almeno 3 ore prima di coricarsi. 

Se queste misure non fossero sufficienti, alcuni farmaci possono aiutare: 

  • Antiacidi: inattivano gli acidi dello stomaco; sono solamente sintomatici, non vanno usati a lungo e possono causare stitichezza

  • H2 inibitori: inibiscono una parte della produzione di acidi da parte della mucosa dello stomaco

  • Inibitori della pompa protonica, particolarmente utili se lo stomaco è già lesionato dall’acidità

La chirurgia viene riservata a casi gravissimi e che non reagiscono alle altre terapie.