Buongiorno Dott. Swennen, può presentarsi brevemente ai lettori di Nutridoc?

Con piacere. Il mio nome è Erwin Swennen, sono di origine fiamminga, nato in Belgio e arrivato in Italia, a Bologna, nel 1993 dove mi sono laureato e dove ho conseguito un dottorato in microbiologia. Sono iscritto all’ordine dei Biologi e mi occupo di prevenzione della salute nell’ambito della nutrizione, genetica e microbiologia.

Quali sono le motivazioni che l’hanno convinta a scegliere una carriera in ambito nutrizionale?

Per rispondere a questa domanda bisogna tornare indietro un poco nel tempo. L’importanza di una corretta alimentazione si evidenzia fortemente nelle prestazioni atletiche. In Belgio, ho giocato in serie A a pallamano e sono stato uno di quegli atleti arrivati a buoni livelli agonistici con una sana alimentazione, senza ricorrere all’uso di sostanze che possono minare la salute.

Purtroppo, spesso ci si concentra sui macronutrienti e stimolanti, dimenticandosi di micronutrienti, vitamine e dell’acqua, fondamentali per un buon funzionamento del nostro corpo e indispensabili per raggiungere buone prestazioni. Lo sport agonistico è stato sicuramente determinante nella scelta della laurea in scienze biologiche e della tesi in antropologia fisica, per studiare la variazione della composizione corporea dell’atleta determinata a diversi fattori, inclusa la nutrizione.

Successivamente ho vinto un concorso per un dottorato e ho studiato l’effetto dei probiotici e prebiotici, in particolare nelle malattie gastrointestinali croniche. Finito il dottorato, mi è stato offerto una posizione presso l’industria farmaceutica come manager di laboratorio di ricerca per nuovi vaccini e qui ho trascorso 15 anni.

Potrebbe sembrare una deviazione della strada inizialmente presa, ma proprio questa esperienza mi ha consentito di approfondire le tecniche di analisi genetiche, molecolari e biochimiche oltre che di studiare e ingegnerizzare il metabolismo cellulare. Il progresso nelle scienze “omiche” ha poi permesso una conoscenza approfondita dell’individuo a partire dalla genetica, ma aprendo la strada verso una vera prevenzione primaria personalizzata. Insomma, i tempi giusti erano arrivati per dedicarmi in prima persona alla prevenzione.  

Come si distingue il suo metodo di lavoro da quello di un classico biologo nutrizionista?

Non so se esista un biologo nutrizionista classico. I biologi hanno una formazione assai vasta con approfondimenti in diversi settori e la nutrizione si può approcciare da diverse angolazioni. Essendo una persona molto razionale e con forte interesse nel progresso tecnologico, ho scelto per un approccio fortemente scientifico e in continuo aggiornamento. Questo al fine di studiare e conoscere sempre di più la persona unica che ho davanti e di trovare i punti cardini da salvaguardare per la prevenzione efficace della sua salute.

Dal suo profilo, notiamo che lei dà molta importanza al ruolo che un’alimentazione sana ha come strumento di prevenzione. Può dirci di più a riguardo?

L’alimentazione sana ci aiuta soprattutto a tenere alta la qualità della nostra vita. Malattie debilitanti come il diabete, obesità, cardiovascolari, neoplasie, Alzheimer, demenza, artrite, artrosi, gastro-intestinali croniche, e così via, si possono in grande misura prevenire o ritardare nella loro insorgenza, a partire della sola abitudine alimentare corretta e senza trascurare l’attività fisica che esercita un effetto benefico importantissimo. 

Nutrizione e genetica: che legame esiste tra questi due mondi?

La genetica è la nostra base. È il nostro potenziale. Partiamo da lì. Non la possiamo cambiare (almeno per ora). Il nostro corredo genetico determina in buona misura come rispondiamo agli stimoli, e anche agli alimenti. Un esempio eclatante sono le intolleranze alimentari al lattosio e al glutine. Ma esiste anche l’interazione inversa. Ci sono molecole all’interno degli alimenti che possono modulare l’utilizzo dei geni.

Possiamo perciò intervenire in modo mirato in caso di patologie o variazioni genetiche particolari, cercando di riequilibrare il metabolismo. Come e cosa mangiamo influenza costantemente il funzionamento dei nostri geni e purtroppo il cibo industriale stimola l’insorgenza di infiammazione cronica a cui si collegano tantissime malattie odierne. 

Perché seguire una “dieta fai da te” invece di rivolgersi a un professionista della nutrizione, spesso non porta i risultati sperati?

Ci nutriamo tutti i giorni, siamo bombardati dai messaggi sull’azione di alimenti, integratori e diete. Finiamo a pensare di saperne tanto. Come succede con il calcio: siamo tutti CT della nazionale. Ahimè, solo con una conoscenza scientifica appropriata si è in grado di capire i vantaggi e svantaggi dell’azione di sostanze, cibi e programmi alimentari. Oggigiorno esistono diverse diete molto specifiche con azione assai forte. Applicandole in modo ingenuo e incontrollato può portare a gravi danni alla salute. 

Capisco la tentazione di seguire l’oracolo “internet” che promette miracoli immediati. Magari ci sono anche, ma poi, cosa succede a lungo termine? I professionisti non solo aiutano i propri clienti a raggiungere l’obiettivo, ma aiutano ed accompagnano ad instaurare le giuste abitudini che permettono poi di mantenere la salute e la forma estetica desiderate, agendo in modo personalizzato, correggendo solo le abitudini sbagliate senza stravolgere la vita e la cultura. Non esistono cibi cattivi, solo consumatori ingenui.

Quale aspetto del suo lavoro le porta più soddisfazioni?

L’aspetto che genera maggiore soddisfazione è anche la fonte di maggiore frustrazione e sconforto. La maggior parte delle persone consulta un professionista della nutrizione quando è già troppo tardi. Quando sono già dovuti andare dal medico e magari hanno ormai patologie diagnosticate e sono sottoposti a cure farmacologiche. 

In questo modo tutto diventa molto complesso e la libertà di azione viene ridotta notevolmente. “Peggiore” è lo stato di salute iniziale, maggiore sarà la soddisfazione al recupero.  Nonostante la difficoltà in tal caso a raggiungere uno stato di salute completo, vedere comunque “rinascere” le persone aiutandole a migliorare la loro qualità di vita non ha prezzo.

Vorrei fare questo appello: Occupatevi della vostra salute soprattutto quando ancora sani. Conoscere e soddisfare i fabbisogni del proprio corpo da giovani è la garanzia maggiore di una vita di alta qualità.


Grazie mille per l'intervista Dott. Swennen! Per chi volesse mettersi in contatto con lui, può farlo tramite il suo profilo Nutridoc.