Per molto tempo il latte e i suoi derivati sono stati unanimamente considerati alimenti nutrienti e benefici, importanti per la crescita dei bambini e la salute degli adulti. Da qualche anno, però, la loro reputazione si è decisamente incrinata e oggi non è affatto raro trovare – persino tra medici e nutrizionisti – chi sostiene che latte, yogurt e formaggi siano alimenti nocivi, responsabili di una folta serie di disturbi e per questo andrebbero addirittura aboliti dalla dieta.

E’ comprensibile il senso di smarrimento che posizioni diametralmente opposte ingenerano nel consumatore, che non sa più bene cosa fare e a chi credere, correndo il rischio di adottare comportamenti alimentari dannosi.

Facciamo chiarezza, allora. Come d’abitudine, prendendoci la briga di esaminare le prove scientifiche e andando al di là dei “si dice”.

Gli inconfutabili benefici dei latticini

Alcuni aspetti non sono materia di discussione: latte e derivati sono un’ottima fonte di calcio,  minerale necessario non solo per la salute di ossa e denti, ma anche per il funzionamento del cuore e del sistema nervoso. Lo contengono in gran quantità e in una forma estremamente assimilabile dall’organismo umano. A un adulto ne servono più o meno 1000 milligrammi al giorno (e in particolari condizioni e fasi della vita, come terza e quarta età, anche di più): un solo bicchiere di latte soddisfa ben un terzo del fabbisogno giornaliero di calcio.

Inoltre, come tutti i cibi di origine animale, latte e prodotti lattiero-caseari apportano una quota di proteine nobili.

Latte, yogurt e formaggi sono utili alle ossa?

Sembrava inossidabile, invece anche l’assunto che il latte serve per il corretto sviluppo dello scheletro e il mantenimento della giusta densità ossea è andato in crisi, sotto le bordate di diete “evitative” alla moda (dieta del gruppo sanguigno, paleodieta, dieta vegan ecc.) e libri di successo quali il “China Study”, che attribuiscono ai latticini la responsabilità di pressoché tutte le malattie della civiltà moderna. Poco importa se si tratta di posizioni lacunose in quanto a scientificità: il risultato è che i carrelli della spesa di tanti consumatori si sono svuotati di latte, yogurt e formaggi.

Andando ad analizzare le evidenze scientifiche, in particolare quelle della più alta affidabilità, come le revisioni sistematiche e le metanalisi di studi randomizzati controllati, la conferma non c’è. Al contrario, latte e derivati sono davvero utili per la mineralizzazione ossea, la diminuzione del rischio osteoporotico e la riduzione del rischio di fratture (1).

E quelli che affermano che i latticini acidificano il corpo, sottraggono calcio alle ossa e non solo non proteggono dall’osteoporosi, ma addirittura la provocano? Forse dovrebbero aggiornarsi un po’, dal momento che i lavori scientifici che dicono con chiarezza che il latte non produce acidi e il consumo di latticini non provoca alcuna acidificazione del corpo sono disponibili da anni (2).

Latticini e rischio cardiovascolare

A lungo si è ritenuta vera l’esistenza di un nesso tra consumo di latte, yogurt e formaggi e aumento del rischio di incorrere in patologie di cuore e arterie (infarto e ictus), in particolare a causa del contenuto di grassi saturi di questi alimenti. Studi più moderni e approfonditi, condotti su grandi campioni di popolazione, dipingono tuttavia un quadro ben diverso e ravvisano l’inconsistenza di tale nesso.

Non è stata trovata alcuna associazione tra il consumo della maggior parte dei latticini e le malattie cardiovascolari (3).

Ma c’è di più: con l'eccezione del latte bevuto in grandi quantità (1 litro al giorno), che sembra aumentare il rischio di malattia coronarica, è stato riscontrato che i latticini proteggono sia dalla mortalità per cause cardio-cerebrovascolari che dalla mortalità totale (4, 5).

I prodotti lattiero-caseari fermentati, come lo yogurt, sembrano poi avere effetti particolarmente preventivi delle malattie cardiache (6, 7).

Personalmente, ho preso l’abitudine di consigliare ai miei pazienti latte e yogurt parzialmente scremati, a ridotto tenore di grassi saturi - nella dieta di tanti già fin troppo presenti -, a fronte di un contenuto praticamente inalterato dei loro altri nutrienti.

Latte e cancro: c’è un legame?

E veniamo a uno dei punti che suscitano maggior coinvolgimento, la relazione tra latticini e malattia oncologica.

L’affermazione “il latte e i suoi derivati provocano il cancro” e una di quelle in cui ci si imbatte con particolare frequenza sui social network. Ma è falsa o, nella migliore delle ipotesi, non ne esistono prove convincenti.

Dalla disamina degli studi presenti in letteratura emerge infatti che l'assunzione di latte e derivati non ha alcun impatto significativo sull'aumento del rischio di mortalità per cancro (8).

Una review che ha valutato tutte le ricerche precedentemente compiute sugli effetti dei prodotti lattiero-caseari sulla salute ha concluso che il consumo di latticini si associa a una riduzione del rischio di cancro del colon-retto, della vescica, dello stomaco e del seno e non è correlato al rischio di cancro al pancreas, alle ovaie o ai polmoni, mentre le prove per il rischio di cancro alla prostata sono incoerenti (9, 10).

Di particolare interesse si rivelano, ancora una volta, i latticini fermentati, il cui consumo abituale si accompagna a una diminuzione complessiva del rischio di cancro (11).

Insomma, latte e derivati mostrano verso la maggior parte delle patologie oncologiche un effetto neutro, quando non addirittura protettivo.

Conclusioni

E’ vero che esistono ricerche che hanno ravvisato maggiori rischi per la salute nei grandi consumatori di prodotti lattiero-caseari. Questo però non si verifica con introiti “normali”, ragionevoli e razionali, all’interno di una dieta complessivamente sana ed equilibrata. In tale scenario, la stessa scienza ci dice anzi che il consumo di latticini si associa a una migliore salute complessiva: per la maggior parte, le ricerche condotte sull’argomento assolvono latte e derivati da sospetti di nocività e invitano a inserire nella dieta questi alimenti, per la capacità che hanno di renderla più completa sotto il profilo nutrizionale, grazie ai nutrenti vitali che apportano.

Le posizioni di quei medici e nutrizionisti che sostengono che i prodotti lattiero-caseari sono  deleteri per la salute sono largamente minoritarie. Non si fondano su riscontri dimostrati e condivisi e spesso si pongono addirittura fuori dal contesto scientifico.

Vedo regolarmente pazienti che presentano situazioni di sensibilità ai latticini, le quali suggeriscono di adottare modalità prudenti e personalizzate di consumo, allo scopo di ridurre “sovraccarichi” implicati in fenomeni infiammatori, fastidi e disturbi della più varia natura, non solo gastrointestinali. Tuttavia, con le giuste indicazioni, è di norma serenamente possibile recuperare tolleranza e tornare a consumare latte e derivati senza fastidi, senza necessità di privazioni anche rischiose per la salute e senza rinunciare al piacere del cibo e della socialità.

Demonizzare questo o quell’alimento, ritenendolo intrinsecamente nocivo e attribuendogli la colpa di tutti i nostri malanni, è invece semplicistico e induce a comportamenti alimentari restrittivi che, in assenza di reali condizioni patologiche, non sono giustificati.



Riferimenti bibliografici

(1) van den Heuvel EGHM & Steijns JMJM, Dairy products and bone health: how strong is the scientific evidence?, Nutr Res Rev, 2018 Dec;31(2):164-178.

(2) Fenton TR & Lyon AW, Milk and acid-base balance: proposed hypothesis versus scientific evidence, J Am Coll Nutr, 2011 Oct;30(5 Suppl 1):471S-5S.

(3) Guo J et al, Milk and dairy consumption and risk of cardiovascular diseases and all-cause mortality: dose-response meta-analysis of prospective cohort studies, Eur J Epidemiol, 2017 Apr;32(4):269-287.

(4) Mazidi M et al, Consumption of dairy product and its association with total and cause specific mortality - A population-based cohort study and meta-analysis, Clin Nutr, 2019 Dec;38(6):2833-2845.

(5) Dehghan M et al, Association of dairy intake with cardiovascular disease and mortality in 21 countries from five continents (PURE): a prospective cohort study, Lancet, 2018 Nov 24;392(10161):2288-2297.

(6) Koskinen TT et al, Intake of fermented and non-fermented dairy products and risk of incident CHD: the Kuopio Ischaemic Heart Disease Risk Factor Study, Br J Nutr, 2018 Dec;120(11):1288-1297.

(7) Zhang K et al, Fermented dairy foods intake and risk of cardiovascular diseases: a meta-analysis of cohort studies, Crit Rev Food Sci Nutr, 2020;60(7):1189-1194.

(8) Lu W et al, Dairy products intake and cancer mortality risk: a meta-analysis of 11 population-based cohort studies, Nutr J, 2016 Oct 21;15(1):91.

(9) Thorning TK et al, Milk and dairy products: good or bad for human health? An assessment of the totality of scientific evidence, Food Nutr Res, 2016 Nov 22;60:32527.

(10) Gil Á & Ortega RM, Introduction and executive summary of the supplement, role of milk and dairy products in health and prevention of noncommunicable chronic diseases: a series of systematic reviews, Adv Nutr, 2019 May 1;10(suppl_2):S67-S73.

(11) Zhang K et al, Fermented dairy foods intake and risk of cancer, Int J Cancer, 2019 May 1;144(9):2099-2108.