Bimbo di quasi 8 mesi non vuole nulla oltre il latte
Ho un bimbo di quasi 8 mesi. Su consiglio della pediatra abbiamo iniziato lo svezzamento verso i 5 mesi e mezzo. Premetto che mio figlio non ha problemi di peso e di crescita, anzi. Ha un'altezza e un peso ben oltre la media per la sua età. Pesa oltre 10 kg con una lunghezza di quasi 75 cm. A livello motorio è in grado di stare seduto da solo e si sta approcciando a gattonare. Da quando è nato l'ho allattato esclusivamente al seno, che ha sempre preso senza problemi. Il problema sussiste per quanto riguarda lo svezzamento. Il piccolo non ne vuole sapere di mangiare nulla che non sia il seno. Abbiamo provato la frutta di vario tipo e consistenza, ma la rifiuta. Rifiuta anche la pappa. Ho provato sia con le classiche farine, che con la pasta. Ho provato tanti tipi di verdure in diverse consistenze, sempre tutto cucinato da me, ma il risultato è sempre lo stesso. Apre la bocca la prima volta, e poi si rifiuta. Spesso tiene la bocca aperta con il cibo perché non vuole nemmeno ingoiare quello che ha in bocca. Però noto anche che diventa nervoso quando cerchiamo di farlo mangiare, sembra ribellarsi anche con l'atteggiamento. Eppure cerchiamo sempre di creare un ambiente rilassato, senza distrazioni, ma quando è il momento di mangiare, lui sembra quasi "volersi distrarre" per forza. Non mostra interesse verso il nostro cibo e anche se gli do qualcosa da mettere in bocca da solo lui non lo fa. Io continuo a provare, e so che comunque prendendo il mio seno ha la nutrizione che gli serve, però questa situazione inizia a scoraggiarmi un po'. Premetto anche che ho un altro figlio che ora ha 5 anni, che ho svezzato senza alcun problema, per cui non sono nemmeno alle prime armi. Cosa sbaglio? Cosa posso fare per facilitare il suo svezzamento senza creargli stress?
4 Risposte dai professionisti NutriDoc
Buongiorno, io direi di non forzarlo. Lo metta a tavola con voi, in modo che veda come mangiate; glielo metta nel piatto e lo lasci interagire con il cibo, anche solo per toccarlo, annusarlo...senza pretese; per alcuni bimbi è un processo più lento, ma vedrà che alla fine ci riuscirà, come tutti. Lo so che la frustrazione per una mamma è molta, tenga duro!
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione ma è una fase transitoria in cui si trova il suo bimbo. Ogni bimbo manifesta interesse per il cibo in tempo diversi, le posso solo consigliarle di proporre sempre il cibo con tagli sicuri in modo da farlo ''giocare'' e poi vedrà piano piano porterà il cibo alla bocca. Continui pure con l'allattamento senza forzarlo, e proponga il cibo quando siete a tavola tutti insieme così potrà imitarvi. Se ha bisogno di altri consigli può contattarmi. Saluti
Buongiorno, non tutti i bimbi sono uguali e ognuno ha i suoi tempi. Continui tranquillamente l'allattamento ( se ha la fortuna di avere il latte). Lo faccia sempre sedere a tavola con voi e tra di voi in modo che possa attivare il processo di imitazione. Vedrà voi mangiare e piano piano sarà spinto a fare la stessa cosa. Non serve insistere ma metta sempre a disposizione qualcosa che possa prendere, toccare e portarlo alla bocca senza rischi. Cerchi di farlo mettere a tavola prima della consueta poppata, perché se ha già mangiato sarà anche meno interessato ad altro. Tanta felicità! Dott.ssa Anna Magrino
Gentile mamma, mi sento di dirle subito una cosa importante: non è lei a sbagliare. Non è la qualità del cibo, né l’approccio troppo rigido o troppo morbido. È che a volte, semplicemente, alcuni bambini usano il cibo come linguaggio, prima ancora che come nutrimento. Il suo bambino sta comunicando qualcosa: non è ancora pronto a “fidarsi” del cibo solido, o forse sente che in questo momento è più importante per lui avere un punto di riferimento familiare, stabile e noto — come il suo seno. E non è una regressione, né un capriccio: è una strategia di autoregolazione. Ma veniamo alla parte concreta, perché non serve aspettare che “si sblocchi da solo” né “forzarlo con dolcezza”. Le propongo invece un cambio di sguardo: trasformare il momento del pasto da “prova” a “esperimento”. Provi questo: 1. "Cibo invisibile": il cibo c'è, ma non è il protagonista Offra piccoli assaggi in modo totalmente accessorio, senza presentazione né attesa. Per esempio, mentre gioca sul tappeto, metta vicino a lui un cucchiaio con un po’ di crema di ceci o un bastoncino di frutta. Non lo inviti a prenderlo: lo lasci lì, come parte del paesaggio. Il primo obiettivo non è mangiare, ma fare pace con la presenza del cibo. 2. Il rituale del "cibo da annusare" Ogni giorno, proponga 1 alimento da scoprire con il naso e con le mani, ma senza assaggio. Ad esempio: una foglia di basilico, una scorza di limone, una crosta di pane. Glielo faccia annusare, toccare, magari schiacciare tra le mani. Prima di accettare il cibo, deve accettarlo come oggetto. 3. Usi il gioco simbolico Se ha voglia, può far “mangiare” il cibo a un pupazzo, oppure usarlo come colore per disegnare con le dita su un piatto. È un modo indiretto per farlo familiarizzare con l’idea di masticare e ingerire senza sentirsi messo alla prova. 4. Incontri multisensoriali brevi e ripetuti Nessuna pressione a stare seduto per tutto il pasto. Anche solo 2 minuti di contatto con il cibo, magari 3 volte al giorno, possono essere molto più efficaci di un pasto intero “faticoso”. Se si alza, si stanca o si distrae, va benissimo così. Lei ha già alle spalle un’esperienza di svezzamento serena con il suo primo figlio: questo è un dato positivo, ma può anche inavvertitamente diventare un termine di confronto. Non si tratta di applicare lo stesso metodo con bambini diversi, ma di costruire un linguaggio nuovo con ognuno. Il suo secondo figlio, da quanto mi scrive, ha bisogno prima di tutto di sentirsi libero dal ruolo di “mangiatore”. Solo allora potrà diventarlo con piacere. Se lo desidera, posso aiutarla anche con un piccolo piano settimanale di "micro-esperienze alimentari", pensato proprio per bambini che fanno fatica ad avvicinarsi al cibo. Resto a disposizione. Dott.ssa Licia Striuli , medico dietologo info@energylifefitness.it