Ormai li ritroviamo dappertutto, e se in principio erano solo i budini e le barrette proteiche, ora il mercato si è arricchito di tantissimi prodotti addizionati in proteine, dagli yogurt, fino ad arrivare alle mozzarelle, ai prodotti da forno, pancake già pronti, creme spalmabili alla nocciola, pane, cereali da prima colazione e chi più ne ha più ne metta.

Secondo uno studio riferito al 2022 e condotto dall’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy, sono stati individuati nei supermercati  circa 2.700 prodotti arricchiti in proteine, che hanno registrato vendite pari a 1,27 miliardi di Euro.

Dato che il mercato letteralmente ci ‘’assale’’ proponendo tantissime varietà e tipologie di alimenti e cibi con aggiunta di proteine, solitamente rappresentate da quelle del siero del latte o proteine derivanti dalla soia, il consumatore, grazie ad una percezione potenziata di marketing alimentare, si sente maggiormente spinto all’acquisto pensando magari di poter consumare una quantità maggiore di mousse al cacao o di crema spalmabile perché ‘’tanto è proteica’’, e di conseguenza può donare maggior benessere psico-fisico.

E qui casca l’asino, perché non tutto ciò che arricchito in proteine è salutare e si può consumare regolarmente e per di più in quantità elevate.

I motivi per la limitazione del consumo di certi alimenti sono molteplici.

In primis perché, yogurt a parte, la maggior parte sono alimenti ultra-processati, possiedono una lista di ingredienti infinita, tra i quali ritroviamo edulcoranti (acesulfame K e sucralosio tra tutti), addensanti (come la carragenina e carbossimetilcellulosa sodica) e coloranti (come caramello e caroteni).

Gli additivi vengono utilizzati per rendere maggiormente appetibili gli alimenti a base di proteine e per conferire loro una consistenza molto simile ai prodotti ‘’classici’’, allontanando però il prodotto da ciò che vien considerato ‘’naturale’’.

Inoltre, il consumo quotidiano di tali sostanze oltre le dosi raccomandate, secondo recenti studi scientifici, aumenta il rischio di andare incontro a patologie di carattere cronico-degenerativo, riducendo così l’aspettativa di vita.

Un altro aspetto importante è quello relativo al fabbisogno proteico personale.

Infatti, un costante aumento della quota proteica giornaliera non sempre è cosa buona e giusta, perché il fabbisogno proteico, che varia da soggetto a soggetto (0.8 - 2.2 g di proteine per peso corporeo), dipende dalla quantità di massa muscolare che possediamo, dalla presenza o meno di patologie e dalla quota di attività fisica e sportiva che facciamo, ma comunque nella stragrande maggioranza dei casi, la quota proteica giornaliera, si raggiunge tranquillamente attraverso una alimentazione equilibrata e ben bilanciata in tutti i macronutrienti.

Ma voi, dopo tutto ciò, volete comunque acquistare un prodotto addizionato in proteine?

Il mio consiglio è quello di leggere attentamente le etichette e, qualora il fabbisogno proteico non possa essere raggiunto con il solo aiuto dell'alimentazione, è prima di tutto quello di farsi consigliare da un professionista della nutrizione su quale sia la quota di integrazione proteica più adatta al proprio fabbisogno, e solo successivamente acquistare un prodotto che sia trattato il meno possibile, come può essere il latte o lo yogurt proteico, che possiedono una quota maggiore di proteine ma non tutti gli additivi alimentari sopra elencati.

Comunque, questa tipologia di alimenti, ovviamente non è completamente da demonizzare, perché essi possono rivelarsi ottimi ‘’spezza-fame’’, utilissimi nel post- allenamento o in caso di ‘sarcopenia’ (perdita muscolare) soprattutto nell’anziano.