Conosciuta come l’intossicazione alimentare delle uova, poiché associata spesso al consumo di alimenti avicoli contaminati, la salmonella o salmonellosi è un’infezione da batteri Salmonella che può rivelarsi più o meno aggressiva a seconda della tipologia degli agenti patogeni coinvolti.

Spesso i termini di salmonella e salmonellosi sono utilizzati come sinonimi, per distinguere questa infezione da altre malattie che si possono contrarre a causa di diverse forme di batteri di Salmonella, come ad esempio la febbre tifoidea. Questa famiglia di batteri si trova comunemente nell’intestino di uccelli, rettili e alcuni mammiferi. Nell’uomo, è la causa dell’infezione alimentare oggi più diffusa. 

Solo in Europa, infatti, la salmonella colpisce circa 90.000 persone l’anno e questi numeri sono in aumento, soprattutto nei Paesi maggiormente industrializzati, a causa della diffusione degli allevamenti intensivi e dell’abitudine di consumare pasti preparati da terze persone di cui si ignorano le modalità di manipolazione.

Tutti possono contrarre la salmonella, ma il rischio di infezione o di malattia grave può essere più elevato a seconda dell'età, delle condizioni di vita e della compresenza di alcune malattie. Inoltre anche il consumo di alcuni cibi svolge un ruolo di primo piano, infatti esistono degli alimenti che per le loro caratteristiche, o per il modo in cui vengono preparati, rappresentano un rischio maggiore di contrarre l’infezione.

Vediamo quindi da vicino cos’è la salmonella, con quali sintomi si manifesta, come si può curare e quali sono gli alimenti a rischio.

Cos'è la salmonella

La salmonella, o salmonellosi, è un'infezione da batteri Salmonella che si manifesta con diversi sintomi e provoca vari disturbi a carico dell’intestino.

Quando si contrae la salmonella significa che un numero sufficiente di batteri ha superato le barriere protettive dei succhi gastrici e del sistema immunitario, facendoci ammalare. I batteri della salmonella invadono e distruggono le cellule che rivestono l'intestino e questo rende difficile per il corpo assorbire l'acqua, con conseguenti crampi allo stomaco e rischi legati alla disidratazione.

Il rischio di contrarre la salmonella è maggiore se si vive o si lavora in prossimità di animali ad alto rischio, quali ad esempio polli, anatre e tartarughe. Ma anche se si assumono antibiotici o se si ha una malattia infiammatoria intestinale che comportano l’abbassamento delle difese immunitarie si può essere maggiormente esposti al rischio.

Un forte sistema immunitario è infatti la principale barriera al proliferare della salmonellosi nell’organismo, per questo motivo il rischio di contrarre l’infezione è maggiore nei primi anni di età o in età avanzata.

I sintomi della salmonella

L'infezione da salmonella ha un periodo di incubazione – il tempo che intercorre tra l'esposizione e la malattia – che può variare da 12 a 72 ore e si manifesta con un insieme di disturbi la cui intensità varia a seconda della carica batterica e delle condizioni di salute di chi la contrae.

Spesso le persone colpite da infezione da salmonella pensano di avere una semplice influenza intestinale a causa delle reazioni dell’organismo, che sono spesso simili.

I sintomi della salmonella, infatti, sono generalmente a carico dell’apparato gastrointestinale e sono:

  • diarrea;

  • crampi allo stomaco;

  • nausea;

  • vomito;

  • sangue nelle feci.

La manifestazione dell’infezione può anche essere accompagna da stati febbrili, brividi di freddo, mal di testa e dolori articolari e, nei casi più gravi, causare setticemia con sintomi extra-intestinali come artriti, polmoniti e meningiti.

I segni e i sintomi dell'infezione da salmonella durano generalmente da pochi giorni a una settimana, ma la diarrea può durare fino a 10 giorni.

La maggior parte delle persone non ha bisogno di rivolgersi a un medico per un'infezione da salmonella perché guarisce da sola nel giro di pochi giorni. Tuttavia, se il soggetto che ha contratto il batterio è un neonato, un bambino, un anziano o una persona con un sistema immunitario compromesso, è bene rivolgersi a un medico. L’indicazione è valida anche nei casi in cui la malattia dura più di qualche giorno, è associata a febbre alta o feci sanguinolente e causa segni di disidratazione, come la necessità di urinare meno del solito, urine di colore scuro e bocca e lingua secche.

Diagnosi e cura

Il metodo più efficace per diagnosticare la presenza di batteri di Salmonella nell’intestino è la coprocoltura, ovvero l’esame delle feci.

In merito alle cure, invece, il trattamento antibiotico non sempre si rende necessario, grazie al fatto che la remissione dei sintomi avviene normalmente in maniera spontanea e in pochi giorni.

Per questo motivo, in caso di infezione da salmonella, la cura migliore è il riposo e la costante idratazione, con assunzione di fermenti lattici e probiotici utili a ricostituire la flora batterica.

Salmonella e alimenti a rischio

I veicoli di trasmissione della salmonella sono generalmente acqua, alimenti e animali e il contagio può avvenire tramite contatto diretto o trasmissione oro-fecale, attraverso cibi e bevande entrati in contatto con feci di animali infetti.

Per quanto riguarda i cibi, le cause più frequenti di infezione sono l’errata o la parziale cottura degli alimenti, il raffreddamento rapido, gli errori nella conservazione e le scarse condizioni igieniche osservate durante la manipolazione dei cibi.

Tali cause di contagio fanno sì che ci siano alimenti che per loro natura presentano un rischio più elevato di trasmettere i batteri. Non a caso è idea diffusa che le uova causino salmonella: a causa della loro origine, infatti, la probabilità che un uovo sia a contatto con feci di animali infetti è molto elevato.

Oltre ai gusci d’uovo e alle uova crude, anche il pollame, la carne rossa e i frutti di mare e il pesce crudo sono alimenti ad alto rischio di salmonella. Così come frutta e verdura e latte o formaggi non pastorizzati. A facilitare il contagio contribuisce il fatto che un alimento contaminato da Salmonella non presenta odori o sapori anormali e non desta quindi sospetti.

Ma i cibi non sono gli unici vettori. Anche il contatto con acqua non trattata, pellicce, piume o squame può, infatti, aumentare il rischio di contrarre l’infezione, così come entrare in contatto con superfici infette da Salmonella.