Nella stragrande maggioranza dei casi, l’affaticamento è una condizione che dipende da specifici fattori: troppo sport, poco sonno, una carriera o una famiglia impegnativa, qualche genere di lutto o difficoltà che ci impedisce di riposare.
Se questa sensazione di costante affaticamento dura per diversi mesi e viene affiancata da altre problematiche, può essere sensato avanzare una diagnosi differenziale di sindrome da fatica cronica: una patologia grave ed invalidante che si sviluppa con sensazione di stanchezza prolungata per almeno sei mesi, difficoltà del sonno e dolore cronico in tutto il corpo.
Vediamo insieme quali sono le cause, i sintomi e le possibili terapie che controllano i sintomi di questa patologia davvero poco nota.
Affaticamento cronico: di cosa si tratta
La malattia da affaticamento cronico è un disturbo multi-fattoriale: coinvolge tutti i distretti corporei e può avere numerose manifestazioni, cause e sintomi. E’ di difficile diagnosi, perché molti dei sintomi sono vaghi e aspecifici.
Il paziente tipo è spesso donna, di giovane o mezza età. Raramente colpisce i bambini e gli anziani, in cui può venire scambiata per una normale manifestazione dell’età avanzata.
La malattia dell’affaticamento cronico insorge spesso in seguito ad un’altra malattia, di solito virale (un brutto raffreddore, un’influenza, una polmonite, la mononucleosi, l’herpes, ..), dopo un trauma emotivo o un lutto. Non è ben chiaro come mai, ma la risposta psichica sembra innescare i processi patologici che la regolano.
Le cause della malattia da fatica cronica
Questo disturbo è multifattoriale e molto poco conosciuto: le ricerche non hanno ancora evidenziato dati chiari in fatto di cause scatenanti. Le ipotesi sono molte:
Forse c’è una relazione genetica: i figli di chi soffre della patologia sono più inclini a svilupparla
La comorbilità con altre malattie, come la fibromialgia, la sindrome del colon irritabile, l’anemia, le sindromi metaboliche e la sensibilità chimica multipla, potrebbe esacerbare sintomi altrimenti molto lievi e non invalidanti
Una delle possibili cause che viene analizzata è uno squilibrio di ormoni e recettori cerebrali, che inviano impulsi confusi dal cervello al corpo e viceversa
Alcuni studi identificano processi infiammatori diffusi nei malati: l'organismo potrebbe “attaccare se stesso” e degradare le proprie cellule scambiandole per parassiti, batteri o virus. In questo caso, la causa sarebbe di origine autoimmune
I sintomi principali dell’affaticamento cronico
Una terna di sintomi è sempre presente nei malati di affaticamento cronico:
Astenia, una sensazione di stanchezza fisica invalidante e che non passa con il riposo
Dolori sparsi per il corpo, che rendono molto difficili le attività quotidiane e il lavoro
Disturbi del sonno (incubi, ansia notturna, insonnia o ipersonnia)
Altre manifestazioni possono essere estremamente variegate e coinvolgere l’intestino (con stitichezza o diarrea), la psiche (con ansia e fobie) e il sistema muscolare (con dolori o tremori).
In non pochi pazienti sono frequenti anche mal di testa, problemi di memoria e concentrazione, e ghiandole del collo gonfie e dolenti.
La diagnosi
Vista la vaghezza dei sintomi, spesso la diagnosi per affaticamento cronico è “per esclusione”: si fanno test per altre malattie, che risultano negativi, e dunque si deduce che la causa potrebbe essere questa sindrome. Non esistono test, analisi o visite specifiche che identificano con precisione la malattia.
Non è raro che per la diagnosi di sindrome da fatica cronica possano volerci mesi o anni, e che i pazienti si sentano dire che i loro sintomi siano dovuti da cause psichiatriche.
Come si cura la malattia da affaticamento cronico?
La malattia da affaticamento cronico è, ad oggi, incurabile. Non esistono interventi chirurgici, farmaci o terapie che eliminano tutti i sintomi e le cause.
E' possibile però intervenire sui sintomi più invalidanti:
correggendo lo stile di vita se necessario
incentivando un riposo più profondo con sedativi e ipnotici
gestendo le crisi di panico, ansia o depressione con l’aiuto di uno psicologo
tenendo sotto controllo il dolore fisico con gli anti-dolorifici