Le pubblicità non mentono quando ribadiscono l’importanza del microbiota intestinale (conosciuto anche come "flora batterica"). Se questa è in equilibrio tutto l’organismo funziona a dovere. Quando si presentano degli squilibri tra i batteri ‘buoni’ e quelli ‘cattivi’, invece, è proprio l’intestino il primo a soffrirne.
Il primo campanello d’allarme è la disbiosi intestinale.
Benché questo disturbo non sia trattato in medicina come una patologia, rappresenta una condizione abbastanza ricorrente in tutte le fasce della popolazione e può colpire sia bambini che uomini o donne in età adulta.
Se non curata la disbiosi può essere causa di altre patologie, quindi è importante non sottovalutarne i sintomi e prendere gli opportuni accorgimenti per porvi rimedio.
Vediamo allora in cosa consiste la disbiosi intestinale, da cosa è causata, come si manifesta e in che modo si può trattare questo problema.
Cos’è la disbiosi intestinale
La disbiosi intestinale consiste nell’alterazione dell’equilibrio della flora batterica nell’intestino.
In condizioni di buona salute la flora intestinale si presenta come un microbioma perfettamente in equilibrio, con le corrette quantità di batteri buoni e cattivi.
Per microbioma intestinale si intende appunto l’insieme di milioni di batteri, funghi e protozoi che regolano la funzionalità dell’intestino e lo proteggono dalle infezioni.
Questi hanno quindi funzione diretta sul sistema immunitario.
Può capitare, però, che l’equilibrio della flora venga alterato da diversi fattori, provocando la cosiddetta disbiosi intestinale. Le conseguenze di questo fenomeno colpiscono l’intero organismo esponendolo ad infezioni e malattie, dal momento che risulta meno protetto.
È molto importante saper riconoscere la disbiosi quando si presenta, così da agire tempestivamente sulle cause per evitare che la situazione peggiori.
Infatti le infiammazioni della mucosa intestinale possono avere conseguenze locali, a livello dell’intestino, e sfociare in malattie croniche. Inoltre, queste possono manifestarsi anche all’esterno, a livello epidermico o neurologico.
Sintomi e cause della disbiosi intestinale
Gonfiore addominale, cattiva digestione, meteorismo e stipsi sono i sintomi più diffusi della disbiosi intestinale.
In alcuni casi, questo disturbo può manifestarsi con infiammazioni e infezioni genitali o anomalie nelle secrezioni, che si tramutano poi in cistite frequente e comparsa della candida.
Infine, non bisogna sottovalutare la comparsa di disturbi del sonno, cambi repentini e immotivati d’umore e irritabilità, in quanto segnali di un qualche squilibrio.
Da cosa è causata la disbiosi intestinale?
Dal momento che il disturbo è provocato da un’alterazione della flora batterica nell’intestino, risulta facile intuire che le cause principali della disbiosi intestinale sono legate principalmente a cattive abitudini alimentari.
Mangiare troppo, troppo poco o in maniera non equilibrata nell’apporto tra grassi, proteine e carboidrati influisce infatti in maniera determinante sulla flora batterica intestinale.
Sono comunque da non sottovalutare le altre cause legate a uno stile di vita irregolare. Fumo, alcol, abuso di farmaci, sedentarietà e stress sono nemici giurati della buona funzionalità dell’intestino.
Sempre in merito alle cause, esistono attualmente due principali tipologie di disbiosi sulle quali si concentrano studi e cure, che si sviluppano per cause differenti: la disbiosi putrefattiva e la disbiosi fermentativa.
Disbiosi putrefattiva
È localizzata nella parte bassa dell’intestino, a livello del colon. Viene causata da una dieta alimentare troppo ricca di proteine e grassi animali, mentre risulta carente di fibre. Di solito si manifesta attraverso gas, alitosi e meteorismo.
Se non curata può scatenare anche la sindrome da colon irritabile.
Disbiosi fermentativa
Chi assume troppi zuccheri è soggetto a questo tipo di disbiosi. Una dieta troppo ricca di carboidrati semplici causa un’eccessiva proliferazione della flora batterica, alterandola.
Sintomo principale è il gonfiore addominale, con il quale si alternano stipsi e colite.
Nel caso in cui si assumano invece troppi zuccheri raffinati si è soggetti anche a micosi e dermatiti.
Come diagnosticare e trattare la disbiosi
Quando si ha il sospetto di avere sintomi riconducibili alla disbiosi intestinale, si può richiedere di fare un esame delle urine per togliere ogni dubbio.
Attraverso il “disbiosi test” vengono controllate la presenza di indicano e di scatolo nelle urine.
Queste due molecole sono presenti nei soggetti sani in tracce tra i 4 e 20mg. Se l’esame riporta un aumento di indicano, allora si è in presenza di irritazione nell’intestino tenue. Se invece è lo scatolo a essere aumentano, il colon è il luogo dell’infiammazione.
Una volta accertata la presenza di disbiosi intestinale, il rimedio più utilizzato per trattarla sono i probiotici, più comunemente conosciuti come fermenti lattici (Lattobacilli, Bifidobatteri, Streptococchi e Saccharomyces Boulardii).
Assumibili per via orale in qualsiasi momento della giornata, i probiotici sono dei microrganismi vivi che vanno a riequilibrare i ceppi batterici compromessi nel nostro intestino. Anche alimenti quali yogurt e kefir ne sono fonte naturale.
Un grosso aiuto per ristabilirsi completamente viene anche dalla correzione delle proprie abitudini alimentari. Meglio cominciare a introdurre un maggiore apporto di cibi freschi e di stagione riducendo i cereali lavorati, gli zuccheri raffinati e i prodotti industriali ricchi di conservanti.
Anche lo stile di vita influisce sul benessere intestinale. Cercare di limitare lo stress, dedicare il giusto tempo ai pasti durante la giornata (masticando lentamente) e fare attività fisica daranno da subito i loro benefici all’intero organismo.