Modifiche salvate

Alimentazione con diabete di tipo 2

Chiara (Roma)
20 Maggio 2025
7 Risposte

Buonasera, io mi trovo in una situazione di crisi profonda , anni fa mi hanno rimosso la tiroide e da lì per me è iniziato un calvario tra scelte di dosaggi di pillole , analisi , peso sempre oscillante , fino ad arrivare ad oggi , oltre che essere seguita probabilmente da dottori e nutrizionisti poco competenti forse, mi diagnosticano anche il diabete di tipo 2 , sto facendo da mesi diete ma non vedo alcuni risultati , forse è sbagliato qualcosa di fondo secondo me , vorrei capire come rimette in sesto il mio corpo , e che qualcuno mi faccia una diagnosi giusta ed appropriata della mia condizione fisica .
Grazie

7 Risposte dai professionisti NutriDoc

Matteo Pio Tessa

Buongiorno, capisco perfettamente la sua situazione in quanto seguo molte pazienti che sono in condizioni simili. La tiroide rappresenta un po' quello che è " l'orologio" del nostro corpo e il non averla incide molto, soprattutto a livello ormonale e metabolico. Per trattare un diabete di tipo 2 già diagnosticato esistono protocolli ed accortezze alimentari specifiche da mettere in atto. Se vuole saperne di più può contattarmi al 3293906019 su whatsapp oppure per mail a: tessamatteopio@gmail.com Dott. Tessa

21 Maggio 2025
Licia Striuli

Gentile Signora, convivere con una condizione cronica come l’ipotiroidismo post-tiroidectomia e, in aggiunta, ricevere una diagnosi di diabete di tipo 2 può mettere a dura prova non solo il corpo ma anche l’equilibrio psicologico. Tuttavia, è possibile ritrovare una direzione chiara e concreta, a patto che si affronti la situazione con una visione medica integrata, scientificamente fondata e personalizzata. Dopo la rimozione della tiroide, il metabolismo subisce inevitabilmente delle modifiche. Anche con una terapia sostitutiva (levotiroxina o simili), non è raro osservare una riduzione della sensibilità insulinica, cioè una insulino-resistenza. Questo stato contribuisce a: maggiore accumulo di grasso viscerale (nella zona addominale), difficoltà nel perdere peso nonostante le diete, alterazioni della glicemia, che possono sfociare nel diabete di tipo 2. Molto spesso, le terapie nutrizionali che puntano unicamente al calo calorico non funzionano, o peggio, peggiorano la situazione. In chi ha insulino-resistenza, l’obiettivo primario deve essere migliorare la risposta dell’organismo all’insulina, non solo “dimagrire”. Spesso sottovalutato, il rispetto dei ritmi circadiani è essenziale nel ripristinare l’equilibrio ormonale. L’insulina, il cortisolo, la melatonina e persino la leptina (ormone della sazietà) seguono un ritmo circadiano preciso. Saltare i pasti, mangiare tardi la sera, inserire nutrienti a caso durante il giorno e dormire male o lavorare su turni può aggravare l’insulino-resistenza. E' necessario apprendere un nuovo stile alimentare che promuova la calma insulinemica. Infine l’esercizio fisico è un farmaco potentissimo. Ma deve essere mirato e dosato correttamente. Chi è insulino-resistente o ipotiroideo ha spesso una risposta infiammatoria alterata all’attività fisica intensa. Per questo ottimi risultati si ottengono con camminate veloci quotidiane, esercizi di resistenza muscolare a corpo libero o con pesi leggeri, evitare allenamenti troppo stressanti o cardio esasperati. La prima cosa da fare è approfondire il profilo metabolico completo (glicemia, insulina, HOMA index, leptina, cortisolo, FT3/FT4/TSH, vitamina D, profilo lipidico) e fare una valutazione della composizione corporea più accurata. In seguito si potrà redigere un piano d'azione specifico rispetto agli obiettivi di peso e salute. Sono disponibile ad aiutarla ad impostare un percorso clinico personalizzato, che non si limiti alla sola alimentazione, ma consideri la sua storia medica, ormonale, metabolica e circadiana. Mi faccia sapere se vuole procedere con un approfondimento, anche attraverso la raccolta e revisione delle analisi già effettuate. un cordiale saluto Dott.ssa Licia Striuli medico dietologo internista info@energylifefitness.it

21 Maggio 2025
Gianna Conti

Salve Chiara, grazie per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto. Comprendo profondamente il senso di smarrimento e frustrazione che può derivare da un percorso così complesso, segnato da difficoltà nella regolazione della terapia ormonale, oscillazioni di peso e, più recentemente, dalla diagnosi di diabete di tipo 2. È assolutamente comprensibile sentirsi affaticatə e disorientatə. La rimozione della tiroide comporta un cambiamento importante nel metabolismo e nell’equilibrio ormonale dell’organismo. Trovare il giusto dosaggio della terapia sostitutiva può richiedere tempo e aggiustamenti costanti. Quando a questo si aggiunge il diabete, la situazione si fa ancora più delicata e richiede un approccio integrato e competente. Non è colpa sua se finora non ha trovato risposte soddisfacenti: la salute è un equilibrio fragile, e ogni persona merita un percorso costruito con attenzione, ascolto ed empatia. Ha perfettamente ragione nel pensare che possa esserci qualcosa di fondo che non è stato affrontato nel modo giusto: ogni corpo è unico e reagisce in modo diverso, e proprio per questo è fondamentale adottare un approccio realmente personalizzato. Le consiglio, se possibile, di affidarsi a un endocrinologo con esperienza specifica sia nei problemi tiroidei post-chirurgici che nella gestione del diabete. L’ideale sarebbe poter contare su un professionista che tenga in considerazione entrambi gli aspetti in modo coordinato, poiché sono strettamente interconnessi. Ricordi che ha tutto il diritto di chiedere un secondo parere medico e di cambiare specialista se non si sente adeguatamente seguitə. La sua salute è importante e merita attenzione, competenza e rispetto. La rimozione della tiroide comporta inevitabili modifiche al metabolismo. Anche con la terapia sostitutiva, non è raro osservare una ridotta sensibilità all’insulina, che può contribuire a un aumento del grasso viscerale, a una maggiore difficoltà nel perdere peso e a un'alterazione dei valori glicemici. Quando l’insulino-resistenza non viene riconosciuta e gestita in modo corretto, anche i tentativi dietetici più rigorosi possono risultare inefficaci o addirittura controproducenti. È importante sapere che il solo taglio calorico non è la risposta. Un piano nutrizionale efficace, in casi come il suo, deve mirare prima di tutto a migliorare la risposta dell’organismo all’insulina e a riequilibrare i ritmi ormonali, rispettando i ritmi circadiani e tenendo conto anche di aspetti come il sonno, lo stress e l’attività fisica. Anche l’esercizio fisico deve essere calibrato: spesso si ottengono ottimi risultati con attività moderate ma costanti come camminate a passo sostenuto, esercizi di forza a corpo libero o con piccoli pesi, evitando allenamenti troppo intensi che, in certi casi, possono peggiorare la risposta infiammatoria e metabolica. La prima tappa, per orientare un piano davvero efficace, consiste nell’analizzare nel dettaglio il suo profilo ormonale e metabolico (valutando ad esempio insulina, glicemia, HOMA Index, ormoni tiroidei, vitamina D, leptina, cortisolo e profilo lipidico esami che molto probabilemente già ha fatto nel tempo e da cui si può partire per una valutazione), insieme a una valutazione della composizione corporea. Solo così è possibile capire meglio come reagisce il suo corpo e impostare un percorso alimentare personalizzato, rispettoso della sua storia e sostenibile nel tempo. Per quanto riguarda il piano alimentare, ci sono molti aspetti che possiamo valutare e personalizzare insieme. Non mi sento di condividere indicazioni specifiche in questa sede, perché ogni corpo ha la sua storia. Per ottenere risultati reali e duraturi è essenziale costruire un percorso che tenga conto non solo delle condizioni cliniche come tiroide e diabete, ma anche del suo stile di vita, dei suoi gusti, delle sue emozioni e delle sue esigenze quotidiane. Il mio obiettivo è renderle il piano alimentare il più aderente possibile alle sue necessità, in modo che possa sostenerla nel tempo, offrirle strumenti pratici per proseguire in autonomia anche dopo il nostro percorso e permetterle di vivere con più serenità, nonostante l’intervento e il diabete. Se lo desidera, possiamo fissare un primo colloquio approfondito: sarà un momento prezioso per conoscerci, analizzare insieme il suo quadro attuale e iniziare un percorso clinico fatto di gentilezza, ascolto e piccoli passi concreti e sostenibili. Un caro saluto, Dott.ssa Gianna Conti – Dietista Nutrizionista

21 Maggio 2025
Daniela Pungente

uongiorno, comprendo bene la difficoltà che sta attraversando, perché mi capita spesso di seguire persone che, come lei, si trovano a dover fare i conti con gli effetti della rimozione della tiroide. Questo organo ha un ruolo centrale nella regolazione del metabolismo e, quando viene a mancare, il corpo può andare incontro a squilibri che richiedono attenzione e interventi mirati. Anche nel caso del diabete di tipo 2, è possibile intervenire con indicazioni alimentari precise, studiate per migliorare l’equilibrio glicemico e il benessere generale. Il segreto sta nel costruire un piano adatto alla propria storia clinica, ai propri valori e alle proprie esigenze. Se desidera parlarne più approfonditamente e capire come intervenire in modo mirato, può scrivermi su WhatsApp al 3517920130 oppure via email all’indirizzo daniela.pungente@gmail.com . Dott.ssa Daniela Pungente Biologa Nutrizionista

21 Maggio 2025
Alessandra Guidobaldi

Buonasera Chiara, certamente la tireodoctomia richiede un monitoraggio costante delle analisi e il ricalcolo del dosaggio per mantenere ottimali i valori. È necessario essere seguiti da professionisti in endocrinologia anche per la diagnosi e l’eventuale trattamento del diabete di tipo 2. In ogni caso la valutazione nutrizionale può seguire al follow up endocrinologico, ma è fondamentale avere tutto il quadro di salute per personalizzare il suo piano alimentare a seconda della diagnosi che le viene fatta. Io ricevo a Roma, se ha bisogno di un’indicazione e vuole iniziare un percorso rimango a disposizione. Dott.ssa Alessandra Guidobaldi, biologa nutrizionista.

21 Maggio 2025
Valerio Truglia

Ciao Chiara. Mi fa piacere intanto leggere che hai quel desiderio nascosto di voler tornare a vederti bene. Fai benissimo. Noto anche con piacere che ti trovi a Roma (anche io) precisamente in 2 studi. Piuttosto che puntare solo sull'alimentazione, valuterei anche un po' d'attività fisica, secondo me fatta bene (+ alimentazione più adatta e specifica) riuscirai ad ritornare alla condizione fisica sperata. Ti dico questo perchè a forza di fare magari diete drastiche e prolungate, si finisce col trascurare il movimento. Questo è quello che spesso consiglio ai paziente (essendo io anche un Trainer, ovviamente non dovrai per forza andare in palestra, anzi). Se ti va di confrontarti su come trovare il giusto approccio, scrivimi pure sui social o dove preferisci (senza impegno). Mi trovi facilmente, basta cercarmi su google come Valerio Truglia. Oppure su instagram come @valeriotruglia

21 Maggio 2025
Francesco Basso

Buongiorno Attualmente il diabete è trattato con farmaci? Se sì, quali? Questo è un parametro determinante per impostare un piano nutrizionale. Generalmente nei casi come il suo ritengo utile una dieta low carb ciclica da abbinare ad adeguato esercizio fisico ed eventuale integrazione per provare a migliorare la sensibilità insulinica. Ma ogni persona è diversa e va valutata singolarmente. Per ogni evenienza mi contatti pure attraverso i recapiti che può trovare qua su NutriDoc. Cordiali Saluti Dott. Francesco Basso

21 Maggio 2025
Foto {{ currentPhotoIndex + 1 }} di {{ photos.length }}
{{ photos[currentPhotoIndex].treatment.name }}