Benché la scienza e la medicina abbiano fatto passi da gigante in merito alle cure di numerosi disturbi, vi sono purtroppo alcune patologie per le quali non è stato ancora identificato un protocollo terapico definitivo e risolutivo. 

Il morbo di Crohn è una di queste e, così come altre malattie gastrointestinali, rappresenta una condizione cronica, dolorosa e potenzialmente degenerativa che può diventare invalidante in chi ne soffre. 

Identificata come una malattia autoimmune, coinvolge tutto l’apparato digerente, ma sono soprattutto le cellule dell’intestino ad essere attaccate dal sistema immunitario che le riconosce come “pericolose”.

Questa patologia colpisce in maniera segmentaria le frazioni del tratto gastrointestinale (dalla bocca all’ano), quindi senza essere realmente circoscritta per definizione ad una determinata zona.

Ciò determina anche una aspecificità dei sintomi, in quanto, questi sono strettamente correlati al tratto che viene danneggiato e possono quindi variare tra dolori addominali, diarrea, vomito, e, cosa assolutamente non rara, perdita di peso per via del possibile alterato assorbimento dei nutrienti.

L’eziologia della patologia è ad oggi sconosciuta, ciò che si sa però, è che è legata ad un’azione del sistema immunitario della mucosa intestinale in modo inappropriato (patologia autoimmune).

Esiste tuttavia, una predisposizione genetica, dettata dall’alterazione del gene NOD2, che se incrociata a fattori ambientali, genera lo scatenarsi della patologia.

Danni legati al processo infiammatorio

Una delle principali conseguenze legate al processo infiammatorio che caratterizza il morbo di Crohn è il malassorbimento di molti nutrienti.

A seconda chiaramente del tratto interessato, vi possono essere differenti sostanze non assimilabili, tra cui vitamine come la B12, la D e la K, le quali vengono assimilate da specifiche cellule intestinali. Non è raro riscontrare grasso nelle feci, specie quando l’alterazione avviene a carico dell’ileo.

Vediamo allora cosa prevede la dieta per il morbo di Crohn, cosa mangiare e quali cibi sono da evitare.

Morbo di Crohn e dieta: cosa mangiare per stare meglio

In realtà è bene precisare che non esiste una dieta precisa per il morbo di Crohn, ma la terapia si basa su una serie di indicazioni alimentari che possono aiutare a tenere a bada i sintomi del disturbo. 

A partire dal consumo di pasti piccoli e frequenti per non appesantire la digestione, già compromessa dalla malattia, facendo attenzione a seguire un’alimentazione che includa tutti i nutrienti e preveda un adeguato apporto proteico.

Inoltre, è riconosciuta l’importanza di assumere buone quantità di cibi probiotici, per il corretto funzionamento della flora batterica intestinale, di antiossidanti ed omega 3 per le loro capacità antinfiammatorie.

Gli alimenti a cui bisogna prestare più attenzione sono quelli contenenti fibre, in particolare quelle insolubili. Infatti, solo nella fase non acuta della malattia è possibile ingerire quelle solubili (legumi, avena, frutta senza buccia, patate e carote), mentre le altre andrebbero evitate in ogni caso.

Vediamo quindi cosa è possibile mangiare nella dieta per il morbo di Crohn:

  • riso bianco;

  • prodotti da forno come pane bianco, grissini, cracker e fette biscottate;

  • uova;

  • yogurt e probiotici (se tollerati);

  • carni bianche (o carni rosse magre) e pesce;

  • prosciutto cotto o crudo;

  • tofu e prodotti a base di soia;

  • verdure come zucchine, melanzane, spinaci, carote, finocchi;

  • frutta come banane, melone, mele e pere (senza buccia).

Infine, per un paziente affetto dal morbo di Crohn è importante bere molta acqua (almeno 1,5 litri) e fare attenzione alla cottura dei cibi.

Via libera a bollitura, cottura a vapore o a pressione, sottovuoto, vaso-cottura e in generale a basse temperature. Al contrario sono da evitare i fritti e gli alimenti stufati o saltati in padella.

Cosa mangiare a colazione?

Il primo pasto della giornata è spesso  difficoltoso da impostare per persone che soffrono di tale morbo se si fa capo alle colazioni della popolazione media italiana.

Gli alimenti da prima colazione infatti sono spesso ricchi di fibre e zuccheri che possono accentuare l’irritazione. 

Cosa mangiare quindi a colazione per tenere a bada i sintomi? La frutta fresca è sempre una buona soluzione, a patto che sia bilanciata nel contenuto di zuccheri e fibre.

Meglio preferire quindi mele, pere, banane o melone. Queste possono essere usate per fare dei centrifugati o dei frullati a base di latte vegetale o acqua, a cui aggiungere fiocchi di riso o altre tipologie di cereali bassi in fibre come ad esempio i classici cornflakes.

Un’altra idea, potrebbe essere quella di una colazione “salata” magari con l’utilizzo di uova come fonti di proteine e grassi, riso, gallette o altre tipologie di fonte di carboidrati complessi ben tollerate ed un frutto.

Cibi da evitare

Come in tante malattie autoimmuni, anche nel caso del morbo di Crohn eliminare alcuni cibi dalla propria dieta (o ridurne il consumo) permette di apprezzare significativi miglioramenti.

In questo caso, i cibi da evitare con il morbo di Crohn sono quelli considerati irritanti o di difficile digestione, e in particolare:

  • carni trasformate meccanicamente;

  • bevande gassate;

  • frutta e verdure cruda;

  • legumi;

  • prodotti commerciali di cui non si conoscono esattamente gli ingredienti 

  • alcolici e caffè.